UN POSTO AL SOLE ANTICIPAZIONI: MARINA E ROBERTO, LA VENDETTA CHE DISTRUGGE TUTTO

Napoli si sveglia sotto un cielo grigio, immobile, come se la città stessa temesse di respirare. Al Palazzo Palladini, dietro le vetrate lucide dell’attico, Marina Giordano osserva il mare con la freddezza di chi ha imparato che la pace è solo l’intervallo tra una guerra e l’altra. Roberto Ferri le passa accanto in silenzio, lo sguardo perso nei documenti del suo avvocato, la mente annebbiata da troppi sospetti e poche certezze. Tra loro non c’è più amore, ma un’alleanza fatta di silenzi e ferite che non cicatrizzano. Da giorni entrambi sanno che qualcosa sta cambiando, che un nuovo nemico si muove nell’ombra: Gennaro Gagliotti, il rivale di sempre, l’uomo che Ferri aveva umiliato pubblicamente e che ora, cieco ma più lucido che mai, prepara la sua vendetta. L’oscurità è diventata la sua arma, la menzogna il suo rifugio. Nessuno sospetta che dietro il bastone bianco si nasconda una mente che trama con la calma di chi non ha più nulla da perdere.

Mentre Gagliotti pianifica nell’ombra, Marina si muove con la precisione di una regina che prepara il contrattacco. È lei a intuire la crepa nel castello del nemico: Vinicio, il figlio di Gennaro, un ragazzo fragile, prigioniero della dipendenza e della paura. Lo osserva da lontano al Caffè Vulcano, i gesti nervosi, il sorriso forzato, il sudore freddo di chi nasconde un segreto. Marina non agisce mai d’impulso. Fa pedinare il giovane da un investigatore, raccoglie prove, fotografie, video. Quando finalmente riceve la chiavetta USB con l’immagine di Vinicio che scambia denaro per una bustina, non prova trionfo, ma una calma pericolosa. Sa che quello è il punto di non ritorno. Mostra le foto a Roberto, le allinea sul tavolo una per una. Lui la guarda con un misto di rabbia e ammirazione. “Vuoi vincere così?” chiede con voce roca. “Non voglio vincere,” risponde lei, “voglio sopravvivere.” E in quell’attimo Ferri comprende che la donna accanto a lui è pronta a bruciare tutto, anche sé stessa, pur di non cedere.

Nel frattempo, Gagliotti riceve una soffiata: qualcuno sta scavando nella vita di suo figlio. Il suo volto rimane immobile, ma dentro di sé sorride. “Lasciamola scavare,” sussurra, “vediamo fino a dove arriva.” L’uomo cieco che tutti credono finito vede più lontano di chiunque altro. Ma la mossa di Marina è più rapida. Consegna il video alla polizia, senza clamore, senza testimoni. La mattina dopo, la notizia esplode come una bomba: Vinicio Gagliotti arrestato per traffico di stupefacenti. Le televisioni trasmettono le immagini del giovane con le manette ai polsi, lo sguardo basso, la vergogna scolpita sul volto. Marina osserva lo schermo, impassibile. Roberto entra nella stanza, distrutto. “È fatta,” dice lei. “È l’inizio della fine,” risponde lui, “e non so per chi.” In quel silenzio carico di presagi, entrambi capiscono che nessuno uscirà davvero vincitore da questa guerra.

Dall’altra parte della città, Gennaro guarda il telegiornale, il viso illuminato dalla luce blu dello schermo. Quando vede suo figlio portato via, non urla. Sospira soltanto. La cecità lo ha reso un uomo che conosce la solitudine e ora quella stessa oscurità diventa prigione. Ma proprio allora accade l’imprevedibile: la vista comincia a tornargli. Sagome, luci, ombre. È un miracolo, ma anche una condanna. Ora può vedere, e ciò che vede è solo distruzione: un figlio perduto, una reputazione distrutta, un potere svanito. Il prezzo della vendetta è troppo alto, ma è tardi per tornare indietro. Roberto, intanto, riceve la notizia che Gagliotti ha reagito, presentando un dossier contro di lui. Accuse false, ma sufficienti a scatenare un nuovo scandalo. “Ti distruggerà se resti fermo,” lo avverte Marina. “E tu?” ribatte lui, “Cosa diventerai dopo aver distrutto tutti gli altri?” Lei abbassa lo sguardo. “Forse libera.” Ma la libertà, in quella storia, è solo un’illusione.

Quando tutto sembra ormai consumato, arriva l’ultima svolta. Gagliotti confessa parzialmente le sue colpe. Ferri ascolta in silenzio la notizia, poi mormora: “È finita, ma non per noi.” “Perché?” chiede Marina. “Perché quando combatti nel fango, anche se vinci, resti sporco.” Lei gli accarezza il volto e risponde: “Allora laviamoci insieme.” Non è una promessa, né un perdono: è una tregua tra due sopravvissuti. Fuori, Napoli brilla sotto una luce fredda. Al Caffè Vulcano, Silvia serve il caffè, Michele parla alla radio di giustizia e potere, e per un attimo tutto sembra tornare normale. Ma chi conosce quella città sa che nulla finisce mai davvero. Al Palazzo Palladini, tra le mura che hanno visto amori, tradimenti e resurrezioni, Marina e Roberto restano fermi davanti al mare, due naufraghi della stessa tempesta. Sanno che la loro guerra non ha più un vincitore, ma sanno anche che, in un posto come il loro, nessuno smette mai davvero di combattere