Chi ha tradito i Lujàn? Il fotografo rivela | LA PROMESSA ANTICIPAZIONI 24 OTTOBRE
L’Italia del 2025 si muove su un doppio binario: da un lato, l’incertezza dettata da una congiuntura economica globale ancora fragile e dalle tensioni geopolitiche che continuano a influenzare i costi energetici; dall’altro, la grande scommessa sulle riforme strutturali e sugli investimenti mirati a sbloccare il potenziale inespresso del Mezzogiorno. Il cammino è irto di ostacoli, ma la direzione è chiaramente segnata dalla necessità di resilienza e di equità territoriale.
1. Il Respiro dell’Energia: Tregua o Illusione per le Imprese?
Dopo anni di shock energetico, il 2025 ha portato un segnale di stabilizzazione, seppur fragile, sui mercati. Il Prezzo Unico Nazionale (PUN) dell’energia elettrica si è mantenuto relativamente stabile (attorno a 0,109 €/kWh a settembre 2025), offrendo un respiro di sollievo alle Piccole e Medie Imprese (PMI), spina dorsale dell’economia italiana.
Questa stabilità, tuttavia, è una “tregua” più che una vittoria definitiva. I rischi di un rialzo autunnale e invernale restano elevati a causa dell’aumento fisiologico della domanda stagionale e delle persistenti tensioni geopolitiche che influenzano il prezzo del gas.
La Transizione Zoppicante delle Rinnovabili
La vera debolezza del sistema energetico italiano risiede nella lentezza della transizione verde. Nonostante l’obiettivo del PNRR, gli investimenti nelle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), in particolare fotovoltaico ed eolico, hanno registrato un rallentamento nel primo semestre 2025. L’incertezza normativa, l’eccessiva burocrazia per l’ottenimento delle autorizzazioni uniche e i rischi sulla bancabilità dei progetti stanno mettendo a repentaglio il raggiungimento dei target europei.
La mancata accelerazione delle rinnovabili comporta un duplice costo:
Costo Economico: L’Italia rischia di perdere l’opportunità di raggiungere l’autonomia energetica, esponendosi a costi per l’importazione che, secondo alcune stim
e, potrebbero superare i 137 miliardi di euro a medio termine.
Costo Sociale: La mancata installazione di impianti FER, spesso localizzati nelle aree periferiche, non riesce a generare quel circolo virtuoso di sviluppo e opportunità occupazionali necessario per contrastare lo spopolamento.
La sfida per il Governo è rendere l’energia verde non solo un obiettivo, ma un acceleratore di sviluppo territoriale attraverso una semplificazione normativa drastica.
2. Il Rilancio del Mezzogiorno: La Scommessa PNRR e ZES Unica
La vera speranza di una crescita italiana più robusta e inclusiva passa per la Questione Meridionale. Il 2025 è un anno cruciale per misurare l’efficacia di due strumenti di politica economica: il PNRR e la Zona Economica Speciale (ZES) Unica.
Il Sud Italia, che in alcuni recenti report ha mostrato una crescita del PIL superiore a quella del Centro-Nord, si candida a diventare l’hub logistico ed energetico del Mediterraneo.
L’Impatto della ZES Unica
I primi dati sull’operatività della ZES Unica, che dal 2024 unifica le precedenti otto ZES meridionali, sono incoraggianti. Il nuovo regime offre alle imprese benefici fiscali (credito d’imposta) e, soprattutto, una forte semplificazione burocratica grazie all’Autorizzazione Unica.
Investimenti Attivati: In pochi mesi, la ZES Unica ha già autorizzato investimenti per miliardi di euro, con un impatto economico potenziale notevole.
Volano Logistico: La ZES è intrinsecamente legata al potenziamento delle infrastrutture portuali e logistiche, essenziali per attrarre aziende import-export oriented.
L’obiettivo strategico, come delineato nel Piano Strategico, è combattere il divario di cittadinanza e offrire ai giovani la “libertà di rimanere al Sud” attraverso un lavoro di qualità. La ZES Unica, supportata dai fondi PNRR per lo sviluppo infrastrutturale, è la leva per trasformare il Mezzogiorno in un polo produttivo di rilevanza globale, capace di intercettare fenomeni come il nearshoring di filiere produttive.
3. Il Mercato del Mattone e la Fiducia dei Giovani
Dopo un periodo di alta incertezza, il mercato immobiliare e quello dei mutui mostrano nel 2025 segnali di netta ripresa, alimentati da una stabilizzazione dei tassi di interesse e da un ritrovato sostegno al credito.
Mutui e Tassi Stabili
La discesa del tasso medio sui nuovi mutui per acquisto abitazione (che scende verso il 3,25% a settembre 2025) e la relativa stabilità dell’Euribor hanno riacceso l’interesse degli acquirenti, in particolare i giovani under 36, sostenuti dal Fondo di Garanzia statale. Il mercato dei mutui ha visto un aumento significativo, segno che la prudenza delle banche si sta allentando.
L’Era della Riqualificazione Green
Il vero cambiamento strutturale è la crescente attenzione verso gli immobili da riqualificare e green. A fronte di una scarsità di nuove costruzioni, il mercato dell’usato e la spesa per le ristrutturazioni edilizie ed energetiche sono in forte crescita. Gli italiani preferiscono acquistare immobili datati a prezzi più accessibili e investire in mutui green o mutui ristrutturazione per adeguarli ai nuovi standard energetici, trasformando così la riqualificazione del patrimonio esistente nel motore trainante del settore immobiliare per il prossimo triennio.
4. Il Dibattito Istituzionale: La Riforma Costituzionale al Centro
Il 2025 è anche l’anno in cui il dibattito sulla riforma costituzionale, promossa dal Governo, entra nel vivo. La proposta, che mira a una maggiore stabilità di governo attraverso il cosiddetto “premierato” (elezione diretta del Premier o rafforzamento del suo ruolo), è definita dalla maggioranza come la “madre di tutte le riforme”.
Il percorso parlamentare è complesso e caratterizzato da un forte scontro tra maggioranza e opposizione. I sostenitori della riforma puntano sull’efficienza e sulla fine del “ping pong” governativo, essenziali per competere in un mercato globale che esige decisioni rapide e stabili. I critici, invece, sollevano perplessità sul possibile indebolimento del ruolo del Presidente della Repubblica e sul rischio di una eccessiva concentrazione di poteri.
Parallelamente, prosegue l’impegno per dare piena attuazione al principio di Giustizia Intergenerazionale e tutela ambientale inserito in Costituzione tre anni fa, dimostrando come la Carta Fondamentale continui a essere il punto di riferimento per definire le politiche pubbliche future, in un’ottica di sostenibilità.
In conclusione, l’Italia si trova in una fase di rinnovato dinamismo, consapevole che le grandi sfide (energia e Sud) richiedono non solo risorse, ma una visione unitaria e un coraggio politico costante. Il 2025 sarà giudicato non tanto per i proclami, quanto per la capacità di tradurre le opportunità del PNRR e le riforme istituzionali in un miglioramento concreto della vita dei cittadini e nella riduzione dei divari territoriali.