Un posto al sole: 29 anni di emozioni – Unomattina 20/10/2025
Napoli, con la sua luce tagliente e i suoi vicoli carichi di storie, celebra ventinove anni di una delle fiction più amate e longeve della televisione italiana: Un posto al sole. Ventinove anni, 6.795 episodi, 5.600 baci e 900 schiaffi — numeri che raccontano un universo di emozioni, passioni, dolori e rinascite che hanno attraversato generazioni di telespettatori. Tutto è iniziato nel lontano 1996, tra le mura del Palazzo Palladini ai piedi del Vesuvio, dove personaggi come Michele Saviani, interpretato da Alberto Rossi, hanno dato vita a storie intrecciate di quotidianità e destino. Rossi, che definisce se stesso “preistorico” della soap, ricorda le prime riprese al cimitero di via Terracina con una punta di ironia e nostalgia, consapevole di aver partecipato a un progetto che avrebbe segnato la storia della fiction italiana. Oggi, quasi trent’anni dopo, Un posto al sole non è solo una serie televisiva, ma un pezzo di identità collettiva, un rito serale per milioni di famiglie.
Napoli, protagonista assoluta della fiction, è più di una semplice cornice: è un personaggio vivente. Dalle finestre su Posillipo alle strade affollate del centro, la città si offre nuda, vibrante, contraddittoria, capace di essere madre e matrigna. Lo ricordano le immagini trasmesse nel servizio celebrativo, dove si intrecciano le storie di altre grandi produzioni ambientate nel capoluogo campano: Mare Fuori, I Bastardi di Pizzofalcone, Mina Settembre, L’amica geniale. Tutte accomunate da una verità ineludibile: Napoli è un palcoscenico che non smette mai di raccontarsi. E Un posto al sole, tra passioni e conflitti familiari, ne rappresenta il cuore pulsante. Gli attori storici lo confermano: “Siamo diventati di famiglia, siamo in cucina con loro tutte le sere,” dice Rossi con un sorriso, ricordando il legame indissolubile con il pubblico partenopeo, un pubblico che accoglie e ama come solo Napoli sa fare.
Tra i protagonisti di ieri e di oggi, Luca Turco è uno dei simboli della crescita insieme alla serie. Entrato nel 1999 a soli nove anni, è cresciuto davanti alle telecamere come il suo personaggio, Nico. Ricorda ancora con tenerezza il primo giorno di riprese, il calcio dato “troppo forte” a un collega più grande, e il senso di famiglia che lo ha accompagnato per tutto il percorso. “Marzio e Marina sono stati come genitori per me, mi hanno insegnato tutto,” racconta. Crescere in Un posto al sole significa vivere due vite parallele: quella reale e quella narrativa, che spesso si intrecciano fino a confondersi. Lo stesso accade per Giorgia Gianetiempo, che interpreta Rossella Graziani, giovane dottoressa sensibile e determinata. “C’è tanto di me in Rossella e tanto di Rossella in me,” confessa, ricordando con emozione le scene più difficili, come quelle sul tema delle molestie sul lavoro o il dolore per la morte del padre nella trama.
Dietro le quinte di una fiction così longeva si nasconde una dedizione totale al mestiere. Gli attori parlano di tempi serrati, emozioni da catturare in pochi minuti, capacità di “rubare dalla vita reale” per restituire autenticità in scena. “Siamo abituati a trasformare ogni esperienza in materia viva,” spiega Rossi. E il pubblico lo percepisce. Non è un caso che le scene più commoventi, come il funerale di nonna Teresa — un tributo all’attrice Carmen Scivittaro, scomparsa davvero — abbiano lasciato un segno indelebile nel cuore degli spettatori. “È stata scritta e girata benissimo, una delle più emozionanti di sempre,” ricorda Rossi, con gli occhi lucidi. Per Luca Turco, il momento più intenso resta la perdita della moglie del suo personaggio, un dolore che ha trasformato Nico e lo ha fatto maturare anche come attore.
Dopo ventinove anni, Un posto al sole è più di una soap opera: è un mosaico di vita italiana, un diario collettivo dove si specchiano le fragilità e le speranze di un Paese intero. Napoli è la casa, i suoi attori sono la famiglia, e ogni episodio è un piccolo frammento di emozione autentica. Il pubblico continua a seguirlo con affetto immutato, ritrovandosi ogni sera in quelle storie che profumano di verità. E mentre sul terrazzo del Palazzo Reale si celebra l’anniversario con sorrisi e sorprese, l’atmosfera è quella di una festa familiare. Perché sì, dopo quasi trent’anni, Un posto al sole non è solo una fiction: è una promessa mantenuta, una finestra accesa sulla vita, una dichiarazione d’amore lunga ventinove anni che, come Napoli, non smetterà mai di emozionare.