Il piano di Cruz e Lorenzo per salvare LA PROMESSA | ANTICIPAZIONI 28-29 OTTOBRE
PUNTO DI NON RITORNO: Dalla COP alle Scelte Quotidiane, Il Mondo In Bilico Tra Transizione Verde e Catastrofe Climatica(Analisi della necessità di un’accelerazione nella transizione energetica, le barriere geopolitiche e il ruolo decisivo delle politiche industriali e dei comportamenti individuali per limitare l’aumento delle temperature globali)ROMA – La crisi climatica non è più una minaccia futura, ma una realtà incombente. Ondate di calore estreme, inondazioni devastanti e prolungate siccità stanno riscrivendo la geografia del rischio globale, confermando che l’aumento delle temperature medie ha superato soglie pericolose. Di fronte a questo scenario, la retorica dell’azione climatica non basta più. Il mondo si trova a un punto di non ritorno e il futuro del pianeta dipenderà dalla rapidità e dall’efficacia con cui si realizzerà la transizione energetica e si supereranno le resistenze politiche ed economiche globali.Gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi – mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei $2^\circ\text{C}$ rispetto ai livelli preindustriali, e idealmente limitarlo a $1.5^\circ\text{C}$ – sembrano scivolare via. L’ultima decade ha registrato le temperature più elevate di sempre e il budget di carbonio residuo si sta esaurendo rapidamente. Questo richiede una drastica riduzione delle emissioni di gas serra, in particolare quelle derivanti dalla combustione di fonti fossili (petrolio, carbone e gas).I. L’IMPEDIMENTO GEOPOLITICO E LA RESISTENZA FOSSILENonostante la chiara evidenza scientifica, l’azione globale è frenata da significative barriere geopolitiche ed economiche.Il Ruolo dei Giganti Economici: Le nazioni che contribuiscono maggiormente alle emissioni, tra cui Stati Uniti, Cina e India, devono assumersi la responsabilità maggiore nella riduzione dei combustibili fossili. Tuttavia, la Cina, pur essendo leader nella produzione di tecnologie rinnovabili, continua ad autorizzare nuove centrali a carbone per bilanciare crescita economica e sicurezza energetica.La Lobbistica dei Combustibili Fossili: Le potenti lobby dell’energia fossile esercitano una forte pressione politica per rallentare la transizione, minimizzare i rischi e assicurarsi che gli investimenti continuino a fluire verso i progetti di estrazione e perforazione. Questa resistenza si manifesta anche nelle Conferenze delle Parti (COP), dove la negoziazione sui tempi e modi di phase-out (eliminazione graduale) dei combustibili fossili resta il nodo più controverso.La Giustizia Climatica: C’è un’accesa controversia sulla giustizia climatica: i Paesi in via di sviluppo, che storicamente hanno contribuito meno al problema, chiedono ai Paesi ricchi di stanziare i fondi promessi (il famoso “fondo da 100 miliardi di dollari all’anno”) per aiutarli sia nella mitigazione (riduzione delle emissioni) che nell’adattamento (protezione dagli effetti del clima che cambia). La mancata erogazione di questi fondi crea sfiducia e rallenta l’azione globale.II. LA TRANSIZIONE ENERGETICA E TECNOLOGICALa buona notizia è che le soluzioni tecnologiche per la transizione sono disponibili e stanno diventando economicamente competitive.Rinnovabili in Crescita: L’energia solare e quella eolica hanno raggiunto un punto di svolta, superando in molti contesti il costo di produzione dell’energia da fonti fossili. Gli investimenti in queste tecnologie devono triplicare entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi climatici.Il Ruolo dell’Idrogeno e dello Stoccaggio: La chiave per un sistema energetico basato sulle rinnovabili è lo stoccaggio (batterie giganti) e l’idrogeno verde (prodotto da elettricità rinnovabile). Queste tecnologie sono fondamentali per affrontare l’intermittenza del sole e del vento, garantendo un’alimentazione stabile della rete.L’Elettrificazione dei Trasporti: L’abbandono dei motori a combustione interna in favore dei veicoli elettrici (supportato dall’espansione delle infrastrutture di ricarica) è un passaggio essenziale per decarbonizzare il
settore dei trasporti, uno dei maggiori emettitori.Tuttavia, la transizione non è priva di sfide etiche e ambientali: l’estrazione delle terre rare necessarie per le batterie e l’impatto paesaggistico dei grandi impianti rinnovabili richiedono una gestione sostenibile e socialmente equa.III. OLTRE L’ENERGIA: IL RUOLO DEI SETTORI CHIAVELa transizione climatica non riguarda solo l’energia, ma una riorganizzazione radicale dell’economia globale.Agricoltura Sostenibile: L’agricoltura e l’allevamento intensivo sono responsabili di una porzione significativa delle emissioni (in particolare metano e protossido di azoto). È urgente promuovere tecniche agricole rigenerative, ridurre il consumo di carne e combattere la deforestazione legata all’espansione dei pascoli e delle monocolture.L’Economia Circolare: Il modello usa e getta è insostenibile. L’economia circolare, basata sulla riduzione, sul riutilizzo e sul riciclo dei materiali, può ridurre la domanda di energia e materie prime, diminuendo al contempo la quantità di rifiuti. L’industria della moda e dell’edilizia, in particolare, devono ripensare i loro processi produttivi.Il Ruolo delle Città: Le città, dove vive oltre metà della popolazione mondiale, sono epicentri di consumo e inquinamento. Investire in trasporti pubblici, edilizia green e infrastrutture resilienti è fondamentale per l’adattamento e la mitigazione.CONCLUSIONE: L’URGENZA DELL’AZIONEIl centenario della Marcia su Roma ci ricorda come le scelte prese in momenti cruciali della storia abbiano conseguenze ineluttabili. Allo stesso modo, le decisioni prese oggi sul clima definiranno la qualità della vita per le generazioni future.L’Italia e l’Europa, pur essendo all’avanguardia con normative come il Green Deal, devono accelerare l’attuazione e superare i blocchi burocratici e politici che rallentano l’installazione di impianti rinnovabili. La battaglia per il clima richiede un impegno su due fronti:Politiche Macro: Accelerare il phase-out fossile, investire in innovazione e stanziare i fondi per la giustizia climatica globale.Azione Micro: Ogni cittadino ha un ruolo attraverso scelte di consumo più consapevoli, il sostegno a politiche locali sostenibili e una maggiore pressione sulla classe politica.La crisi climatica non è un problema da risolvere in un lontano futuro, ma l’emergenza del nostro tempo. L’unica via d’uscita è un’azione immediata, radicale e globale, prima che il punto di non ritorno si trasformi in catastrofe definitiva.