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Dalle rotte energetiche ai flussi migratori, l’Italia si trova al crocevia del “Mediterraneo Allargato,” un’area di crisi endemiche, competizione tra grandi potenze e ridefinizione degli equilibri globali. La necessità di una Strategia Nazionale coerente non è mai stata così urgente.
Il Paradosso Geopolitico della Penisola
L’Italia, con la sua ineguagliabile posizione geografica proiettata nel Mare Nostrum, è da sempre un attore insostituibile nel Mediterraneo. Tuttavia, oggi si trova a fronteggiare un’area che gli analisti definiscono sempre più come il “Mediterraneo Allargato” (dalla Penisola Iberica e dal Maghreb, attraverso i Balcani, fino al Levante e al Golfo di Guinea), trasformato in un “paradosso geopolitico”: una regione più frammentata e instabile, ma contemporaneamente più interconnessa che mai.
Da un lato, il Mediterraneo è il fulcro di crisi virulente (Medio Oriente, Libia, Sahel, Balcani occidentali); dall’altro, è un’essenziale piattaforma di connettività per il commercio globale, l’energia e le infrastrutture digitali (cavi sottomarini). Questa duplice natura impone a Roma una postura strategica complessa.
La consapevolezza della centralità di quest’area è unanime nella politica estera e di difesa italiana. Manca, troppo spesso, una visione strategica integrata e di lungo periodo che traduca questa centralità geografica in un’azione politica coerente e programmatica, superando la tradizionale tendenza a operare per reazione a singole emergenze.
1. Il Nesso Vitale: Energia e Rotte Commerciali
Gli interessi nazionali primari dell’Italia nel Mediterraneo Allargato ruotano attorno a due pilastri: sicurezza energetica e libertà di navigazione.
Dipendenza Energetica e Diversificazione
Dopo lo shock energetico causato dalla guerra in Ucraina, l’Italia ha compiuto sforzi significativi per diversificare le fonti di approvvigionamento, riducendo drasticamente la dipendenza dal gas russo. Gran parte della nuova sicurezza energetica passa inevitabilmente per il Mediterraneo meridionale e orientale:
Algeria e Libia: L’Italia ha rafforzato il partenariato con l’Algeria, principale fornitore di gas tramite il gasdotto Transmed. La stabilizzazione della Libia (non ancora raggiunta) è vitale per la sicurezza del gasdotto Greenstream e per il controllo delle riserve.
Mediterraneo Orientale: Le tensioni relative allo sfruttamento dei giacimenti di gas in quest’area (tra Grecia, Cipro e Turchia) sono un fattore di instabilità che Roma deve monitorare attentamente, bilanciando gli interessi e promuovendo la cooperazione.
La protezione di questi corridoi energetici e delle relative infrastrutture (tubazioni e terminali GNL) richiede un robusto impegno militare e diplomatico per contrastare minacce ibride, pirateria e sabotaggi.
La Sicurezza Marittima (MarSec)
Il mare è il veicolo principale dell’economia italiana e globale. L’Italia, con gli hub portuali di importanza strategica (come Genova, Trieste e Gioia Tauro), è un nodo cruciale nel traffico commerciale tra Suez e l’Europa continentale. La protezione delle rotte, anche dai cavi sottomarini che veicolano la quasi totalità dei dati finanziari e delle comunicazioni globali, è un imperativo di sicurezza nazionale.
2. La Sfida Migratoria e l’Instabilità a Sud
La gestione dei flussi migratori dal Nord Africa, in particolare lungo la rotta del Mediterraneo Centrale che parte principalmente dalla Libia e dalla Tunisia, rimane la sfida più complessa e politicamente sensibile per l’Italia e l’Unione Europea.
Crisi Umanitaria e Sicurezza
La migrazione è un fenomeno strutturale alimentato dalla crisi demografica, economica e climatica dei Paesi di origine (soprattutto nel Sahel). L’Italia ha storicamente adottato un approccio emergenziale, oscillando tra fasi di accoglienza (spesso solitaria) e tentativi di contenimento.
L’Approccio Integrato: La strategia più efficace, sebbene di difficile attuazione, è quella di un approccio integrato che coniughi sicurezza marittima e cooperazione allo sviluppo. L’Italia sta cercando di rafforzare i partenariati con i Paesi di transito (come la Tunisia e la Libia) attraverso finanziamenti e supporto tecnico, per contrastare il traffico di esseri umani e rafforzare le loro capacità di controllo delle frontiere.
Il Ruolo dell’UE: Roma continua a spingere per una maggiore solidarietà europea nella redistribuzione dei migranti e nel finanziamento degli accordi con i Paesi terzi, riconoscendo che la questione migratoria non può essere gestita da un singolo Stato membro.
L’Arco di Crisi nel Sahel
L’instabilità nel Sahel (caratterizzata da colpi di Stato, presenza jihadista e competizione tra attori esterni come Russia e Turchia) alimenta direttamente i flussi migratori verso le coste italiane. La proiezione italiana in Africa, attraverso missioni di difesa e accordi bilaterali (come il Piano Mattei), mira a indirizzare le radici economiche e sociali della migrazione, riconoscendo l’interdipendenza tra la sicurezza africana e quella europea.
3. La Competizione delle Grandi Potenze e il Multilateralismo
Il Mediterraneo Allargato è diventato un teatro di competizione geopolitica tra le potenze globali e regionali.
Ritorno della Russia e Proiezione Cinese: La Russia mantiene una significativa presenza navale nel Mediterraneo orientale e influenza teatri chiave come la Libia e la Siria. La Cina, attraverso il progetto “Nuova Via della Seta” (pur con l’uscita formale dell’Italia dall’accordo), ha acquisito asset strategici in porti come il Pireo (Grecia), esercitando un’influenza crescente sulle infrastrutture vitali.
L’Assertività Turca: La Turchia proietta una forte influenza dal Mar Egeo alla Libia, spesso in contrapposizione agli interessi di Paesi UE come Grecia, Cipro e Francia. L’Italia deve gestire questa complessa relazione, cercando di mantenere il dialogo e limitare le escalation.
L’unica via per l’Italia è rafforzare il suo tradizionale approccio multilaterale:
Potenziare NATO e UE: Sfruttare le strutture di cooperazione esistenti (soprattutto in ambito NATO e nell’ambito della Politica di Sicurezza e Difesa Comune europea) per trasformare le singole azioni in una strategia collettiva e coordinata.
Diplomazia Consensuale: Continuare a privilegiare la ricerca di soluzioni politico-diplomatiche consensuali con attori locali e regionali (come dimostrato nel Processo di Berlino per la Libia), evitando iniziative unilaterali che possano isolare il Paese o compromettere il fragile equilibrio.
Conclusione: La Necessità di una Visione Strategica
Il Mediterraneo Allargato è, in definitiva, la frontiera avanzata della sicurezza e prosperità italiana. L’Italia ha le carte in regola – la geografia, una Marina Militare capace e una fitta rete diplomatica – per svolgere un ruolo di primo piano, soprattutto in seno al G7 (in cui spesso detiene la Presidenza di turno) e all’interno dell’UE.
Per avere successo, Roma deve superare i limiti storici di instabilità politica interna e scarsità di risorse, investendo in una vera “cultura strategica” che elevi la proiezione nel Mediterraneo da priorità retorica a piano d’azione robusto. Solo con una strategia nazionale unitaria, che integri gli obiettivi economici, migratori e di sicurezza, l’Italia potrà trasformare il caos del Mare Nostrum da minaccia sistemica in opportunità di leadership regionale.